Un po’ di storia

L’esperienza formativa dei “Laboratori al servizio del primo annuncio e del catecumenato” è cresciuta all’interno della vivace ricerca pastorale promossa in diocesi di Milano dall’Arcivescovo Dionigi Tettamanzi, a partire dal percorso pastorale 2003-2006(1).

Nel giugno 2005 la parrocchia della Certosa, che già da alcuni anni aveva avviato un processo di rinnovamento – in prospettiva catecumenale – dei propri percorsi di iniziazione cristiana, ha aderito alla Sperimentazione Diocesana per la fase B (dedicata ai ragazzi tra i 7 e i 12 anni). Don Giuseppe La Rosa, parroco della Certosa, ha inoltre partecipato alla stesura del Testo-base della Sperimentazione e collaborato all’attuazione della fase B come membro del gruppo di lavoro diocesano.

La sperimentazione milanese comportava, oltre al coinvolgimento di numerose parrocchie(2), la necessità di approntare un’adeguata sussidiazione, in particolare rispetto alla fase del “primo annuncio”. In questa prospettiva, nel gennaio 2006, don Giuseppe La Rosa ha presentato alle parrocchie sperimentanti un itinerario di primo annuncio ai ragazzi, dal titolo “Abbiamo trovato un tesoro!. Il testo – ora edito da Edizioni Apostolato della Preghiera, Roma 2011 (3)– è stato proposto non tanto come un nuovo sussidio di carattere didattico/catechistico, quanto come uno stimolo e un modello, per avviare tra le parrocchie della sperimentazione una riflessione in ordine ai contenuti e alla metodologia dell’annuncio.

Per permettere l’utilizzo di Abbiamo trovato un tesoro, nei primi mesi del 2006 sono stati realizzati presso la Certosa tre incontri di tipo laboratoriale, che hanno visto la partecipazione di numerosi operatori delle parrocchie sperimentanti.

Al termine dello stesso anno, dall’esperienza di coloro che avevano utilizzato in tutto o in parte Abbiamo trovato un tesoro, l’équipe della Certosa raccoglieva un dato significativo: diversi catechisti avevano trovato difficoltà nel tradurre in pratica l’itinerario di primo annuncio, sia per la scarsa familiarità con i contenuti del kerygma, sia per l’incapacità di gestire la dinamica di traditio e redditio verbi propria di questo specifico servizio della Parola; alcuni, inoltre, non apparivano consapevoli del “salto di qualità” loro proposto e avevano cercato di applicare il testo ancora in chiave catechetica/didattica, perdendone così di vista la peculiarità.

In seguito a questa importante verifica, nel corso dell’estate 2006, l’équipe formativa della Certosa decideva di  non proseguire nella preparazione di ulteriori sussidi – nonostante la richiesta emersa in tal senso da più parti –, per concentrarsi totalmente sulla formazione degli operatori pastorali. Da qui l’avvio, nell’ottobre 2006, sotto il patrocinio della Sperimentazione Diocesana, dei Laboratori al servizio del primo annuncio e del catecumenato: un percorso di carattere organico, in linea con le indicazioni dalla CEI per la formazione dei catechisti dell’iniziazione cristiana(4), aperto a tutti gli operatori pastorali interessati alla nuova evangelizzazione.

Procedendo di pari passo con la Sperimentazione Diocesana, la proposta dei Laboratori si è andata progressivamente definendo in un percorso triennale, fino ad assumere la sua forma attuale.

Dal 2006 al 2010 l’esperienza dei Laboratori ha coinvolto complessivamente 117 operatori pastorali, provenienti di 30 parrocchie della diocesi di Milano.

La proposta formativa, rimanendo in ascolto delle esigenze dei partecipanti ed in contatto con l’evoluzione in atto nella diocesi di Milano e nella chiesa italiana, è continuamente aperta ad ulteriori sviluppi.

A partire dal 2009, allo scopo di offrire un primo assaggio dei contenuti e della metodologia alle persone interessate, l’équipe della Certosa ha ritenuto opportuno premettere – al percorso triennale – tre Laboratori introduttivi, di carattere propedeutico ed orientativo.

Nel corso del 2009–2010 è giunta la richiesta di realizzare i Laboratori all’interno di alcune comunità pastorali della provincia di Milano.

Da subito è apparsa interessante la possibilità di favorire la formazione di équipe di catechisti a livello parrocchiale, nonostante ciò comporti una maggiore mobilità per i formatori.

Per l’avvio di tali esperienze è necessaria la presenza di un gruppo di una certa consistenza (almeno 15 persone) ed un costante collegamento tra l’équipe formativa della Certosa ed i presbiteri di riferimento.

Nel 2010, su richiesta di numerosi partecipanti, è stato inoltre avviato un Corso di psicomotricità, articolato in sei incontri, allo scopo di favorire, a livello esperienziale, un approfondimento dello stile relazionale e delle modalità comunicative proprie del progetto formativo.

Nello stesso anno l’équipe della Certosa si è resa disponibile a condurre singole esperienze formative sul primo annuncio, di carattere laboratoriale, all’interno dei corsi promossi dalla Diocesi di Milano, pur nella consapevolezza che per formarsi in questo campo occorre un tirocinio assai più lungo ed impegnativo. Per molti, tuttavia, entrare in contatto questa nuova forma di servizio alla fede, sia pure in un’unica occasione di confronto, può costituire uno stimolo per ripensare e riorganizzare le proprie necessità formative.


(1)Mi sarete testimoni,nn 63 e 64.

(2)Circa una settantina per la fase B.

(3) Ada Maria Monaco, Virginio Spicacci, Abbiamo trovato un tesoro!, Edizioni Apostolato della Preghiera. Roma 2011.

(4)UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE della CEI, La formazione dei catechisti per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, 4 giugno 2006.