Luogo amenissimo e saluberissimo (Petrarca) tra fede, storia e leggende

La Certosa di Garegnano, un tempo in aperta campagna, è uno di quei luoghi che ha mantenuto intatto il suo fascino e la sua aura spirituale, nonostante la città moderna le sia cresciuta tutta intorno in modo caotico.
La sua storia affonda le radici nel 1349, quando il vescovo Giovanni Visconti ne promosse la fondazione per “liberarsi” dall’obbligo della preghiera, imponendo ai monaci di svolgere questo dovere al posto suo. La chiesa fu nei secoli rimaneggiata e il volto che oggi presenta è quello della fine del XVI/XVII secolo, con classiche reminiscenze e qualche concessione al manierismo. Al suo interno preziosi affreschi rivestono ogni superficie muraria, tanto da far definire la Certosa la “Cappella Sistina” di Milano. Fra i maestri che hanno contribuito all’impegnativo ciclo decorativo domina Daniele Crespi che, meglio di altri, ha saputo trasferire nella sua pittura lo spirito riformato tridentino. Lord Byron rimase affascinato dai suoi affreschi e lo definì “pittore che sa far parlare i morti”.
Storia, arte, ma anche molte leggende cupe sono legate alla Certosa di Garegnano, ad esse si presta orecchio con sorridente ironia, considerata l’atmosfera di pace che regna in quest’angolo di Milano.
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